La Divina Commedia IN-VITA: Genere, Fonti e Lingua utilizzati

a cura di Avv. Antonello Iasevoli
Cari Amici Lettori, riprendiamo, sempre in compagnia di Dante, il nostro viaggio ultraterreno, affrontando, in questo secondo articolo, il Genere, le Fonti storiche ed il Linguaggio, cui il nostro Autore si è ispirato per la sua Opera.
I generi narrativi esistenti in quel periodo letterario, secondo le antiche indicazioni di Aristotele, erano la “tragedìa”, utilizzata per opere di grande importanza o per i grandi poemi e la “comedìa”, finalizzata ad opere meno eccelse o dalla trattazione comica. L’Opera dantesca, per lo stile scelto, il tema narrato, la lingua, non sempre rispecchiante ilfiorentino aulico, doveva essere un trattato in “comedìa”, adatto a tutti gli uditori e lettori; pur tuttavia, al contempo, degno di poter essere paragonato e, magari, contrapposto alla “tragedìa” per antonomasia, cioè l’Eneide di Virgilio.
La Lingua utilizzata è, prevalentemente, il volgare fiorentino (che poi diventerà il nostro italiano), in quanto Dante riteneva che tutti dovessero essere in grado di leggere o, almeno, di comprendere il Sacro Poema, la cui finalità era, proprio, quella di coinvolgere le masse, anche di analfabeti, in questo suo allegorico viaggio. Ergo, vi si ritrovano, non di rado, vocaboli popolari, gergali, osceni, scurrili, alternati a locuzioni d’uso quotidiano. Mail Poeta, attesa la sua immensa cultura, sovente, fa anche uso di parole straniere, provenienti dal latino, dal francese, dal provenzale, dall’arabo, dal sardo, dal siciliano. Ancora, la Divina Commedia è costellata di tecnicismi, cioè di vocaboli specifici, riferiti a quella determinata scienza: vi si ritrovano, così, concetti filosofici, termini teologici, spiegazioni di diritto, oltre ad elementi linguistici di natura geografica, idrografica, astrologica, astronomica, orografica, botanica, medica, esoterica e tanto, tanto altro ancora. Ma soprattutto, cosa davvero sbalorditiva, èche la lingua di Dante, come egregiamente dimostrato in tre saggi del linguista Tullio De Mauro, è formata, per oltre l’80 per cento, da parole che oggi, nel ventunesimo secolo, compongono il nostro vocabolario di base o di uso quotidiano; ciò vuol dire che nel 1300 - ben 700 anni fa - la lingua italiana, quella che noi oggi parliamo, era già quasi completamente formata.Molteplici sono le Fonti cui l’Alighieri si è ispirato per comporre il suo meraviglioso viaggio nei tre mondi ultraterreni. La sua enciclopedica cultura, di quasi tutto lo scibile umano, allora conosciuto, gli consentì di trarre ispirazione, prendere qualche spunto, ampliare e rivedere taluni passaggi da tantissime opere precedenti, sicuramente, lette, studiate ed approfondite in età giovanile. Alcune di esse, già, narravano del misterioso viaggio di un uomo nel mondo dei morti: l’Apocalisse di San Giovanni; La Lettera ai Corinzi di San Paolo; il Vangelo di Nicodemo; la Visio Pauli del V secolo d. C.; la Navigatio fratris Alberici, monaco di Montecassino; il De Contemptu mundi di Innocenzo III; il Tractatus Purgatorio Sancti Patrcii, ed altri ancora, sempre, di natura teologica. Ma, anche, la letteratura classica ebbe la sua incidenza nella stesura della Commedia: l’Eneide di Virgilio, le Metamorfosi di Ovidio, le opere di Lucano e di Stazio, il SomniumScipionis di Cicerone. Sicuramente Dante lesse, anche, il Libro della scala di Maometto e molte altre opere letterarie dell’età medioevale, come, ad esempio, il Tesoretto di Brunetto Latini. Infine, una delle massime fonti ispiratrici fu, sicuramente, il meraviglioso mosaico - di Coppo di Marcovaldo del 1260-1270 - che campeggia maestoso e sfavillante all’interno della cupola del Battistero di Firenze, dove Dante stesso ricevette il primo sacramento e ove, regolarmente, si recava a messa. Il grande Giudizio Universale, difatti, raffigura al centro un trionfante Cristo Giudice; in basso alla Sua sinistra le pene infernali ed i relativi dannati; alla Sua destra le beatitudine delle gioie del Paradiso; terrificante l’immagine di Lucifero che mostruoso e famelico divora alcuni peccatori.
La prossima settimana ci occuperemo del manoscritto autografo di Dante… esiste? Non mancate!